Offriamo la possibilità alle Società di selezionare e nominare un Revisore Legale dei conti; nello specifico,
grazie ai nostri Professionisti di riferimento regolarmente iscritti nel Registro dei revisori legali, sezione "A", siamo in grado di offrire
un servizio teso alla nomina di uno o piu Revisori necessari al corretto adempimento degli obblighi normativi societari.
Per tutte le aziende che intendano usufruire dei crediti d'imposta il cui beneficio
è sottoposto alla certificazione - da parte di un Revisore - attestante l'effettivo sostenimento dei costi e la corrispondenza
degli stessi alla documentazione contabile predisposta dall'impresa beneficiaria, offriamo un servizio di certificazione del credito
tramite un nostro Revisore legale con maturata esperienza nel settore, appartenente alla nostra rete di professionisti.
Con la recente modifica dell’art. 2477 del codice civile come disposto dal D. Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, la revisione legale dei
conti riguarda anche imprese di piccola "micro" dimensione, non essendo più un adempimento riservato esclusivamente alle imprese di medie e grandi dimensioni.
Infatti, la nomina dell'organo di controllo o del revisore è obbligatoria anche nel caso in cui se la società abbia superato per due esercizi consecutivi almeno uno dei seguenti limiti:
1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4 milioni di euro (prima 4,4);
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 4 milioni di euro (prima 8,8);
3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 20 unità (prima 50 dipendenti).
Dal 2019 dunque, il numero di imprese coinvolte dall’obbligo di revisione si è notevolmente estesa, includendo anche le imprese che, se non possono definirsi piccole, certamente sono di minori dimensioni rispetto al passato.
L’onere di nominare un revisore legale se da un lato può rappresentare per le imprese un maggior costo da sostenere, dall’altro rappresenta certamente un’occasione per una corretta e puntuale verifica sulle attività eseguite con margini di ottimizzazione e miglioramento, oltre a considerarsi come un vantaggio sul mercato in termini trasparenza.
Il revisore legale, spesso definito anche come "revisore contabile", svolge un ruolo cruciale all'interno delle aziende, delle organizzazioni
non profit e delle istituzioni pubbliche. La sua funzione principale è quella di garantire la trasparenza, l'affidabilità e la conformità delle
informazioni finanziarie e contabili di una società.
Le funzioni e le responsabilità di un revisore legale verranno di seguito brevemente illustrate.
1. Verifica e conformità dei Registri Contabili.
Una delle funzioni principali di un revisore legale è la verifica dei registri contabili di un'azienda o di un'organizzazione. Questo processo coinvolge l'analisi di documenti finanziari, fatture, estratti conto, rendiconti finanziari e altri record finanziari per garantire che siano accurati, completi e conformi alle normative contabili applicabili.
Il revisore legale deve, inoltre, assicurarsi che gli adempimenti contabili posti in essere dalla società siano conformi alle normative contabili e finanziarie vigenti.
2. Valutazione dei Controlli Interni.
Un altro aspetto fondamentale del lavoro di un revisore legale è la valutazione dei controlli interni di un'organizzazione. Questi controlli sono procedure e politiche implementate per garantire l'integrità dei dati finanziari e prevenire frodi o errori significativi. Il revisore legale deve valutare l'efficacia di tali controlli e segnalare eventuali debolezze o violazioni.
3. Revisione dei Rendiconti Finanziari.
Il revisore legale è responsabile della revisione dei rendiconti finanziari della società. Questa revisione include la verifica dell'accuratezza dei dati finanziari, la valutazione delle stime contabili, la verifica dei saldi contabili e l'identificazione di eventuali discrepanze o irregolarità.
4. Emissione di un Parere.
Alla fine del processo di revisione, il revisore legale emette un parere scritto sulle dichiarazioni finanziarie della società. Questo parere può essere "senza riserva" se il revisore ritiene che le dichiarazioni finanziarie siano accurate e conformi, oppure "con riserva" se sono state riscontrate delle criticità in sede di revisione.
5. Comunicazione con l'Organismo di Amministrazione.
Il revisore legale, atteso il delicato ruolo ricoperto, dovrà comunicare periodicamente con l’amministrazione della società per valutare i risultati della revisione e le eventuali problematiche riscontrate avanzando raccomandazioni per migliorare i controlli interni e le pratiche contabili.
6. Indipendenza e Etica Professionale
Un principio fondamentale del lavoro del revisore legale è l'indipendenza. Deve evitare qualsiasi conflitto di interessi che potrebbe influenzare il suo giudizio oggettivo. Inoltre, deve aderire a rigorose norme etiche professionali per garantire l'integrità e la trasparenza del processo di revisione.
In sintesi, il revisore legale svolge un ruolo cruciale nell'assicurare la corretta gestione finanziaria e la trasparenza delle società. La sua funzione principale è quella di fornire una garanzia indipendente sulle informazioni finanziarie, proteggendo gli investitori, i soci, i creditori e il pubblico da informazioni finanziarie fuorvianti o fraudolente. La professione di revisore legale richiede competenza, integrità e un impegno costante verso l'etica professionale per svolgere efficacemente questo ruolo critico.
Beneficiari: Tutte le imprese residenti nel territorio italiano, incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla loro natura giuridica, settore economico, dimensione, regime contabile e sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali.
Ricerca scientifica e tecnologica: Il credito d'imposta è concesso per attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Fino al 31 dicembre 2022, il tasso di credito d'imposta è del 20%, con un limite massimo annuale di 4 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2031, il tasso scende al 10%, con un limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
Innovazione tecnologica per nuovi prodotti o processi: Il credito d'imposta è concesso per attività di innovazione tecnologica finalizzate a prodotti o processi nuovi o notevolmente migliorati. Fino al 31 dicembre 2023, il tasso di credito d'imposta è del 10%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, il tasso scende al 5%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
Innovazione tecnologica 4.0 e green: Il credito d'imposta è concesso per attività di innovazione tecnologica 4.0 e verde, mirate a prodotti o processi per la transizione ecologica o l'innovazione digitale 4.0. Fino al 31 dicembre 2022, il tasso di credito d'imposta è del 15%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025, il tasso scende rispettivamente al 10% e al 5%, con un limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
Design e ideazione estetica: Il credito d'imposta è concesso per attività di design e ideazione estetica che innovano in modo significativo i prodotti aziendali in termini di forma e altri elementi non tecnici o funzionali. Fino al 31 dicembre 2023, il tasso di credito d'imposta è del 10%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025, il tasso scende al 5%, con un limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
Spese ammissibili: Le spese ammissibili includono spese di personale, quote di ammortamento, canoni di locazione finanziaria, spese per beni materiali mobili e software, spese per contratti di ricerca esterni, spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti, spese per materiali e forniture impiegate nelle attività ammissibili.
E' da tenere presente che la fruizione di questi incentivi è soggetta al rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.
La Legge del 9 ottobre 2023, numero 136, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 19 ottobre 2023, riguarda la conversione del Decreto legge del 10 agosto 2023, numero 104, noto come Decreto Omnibus bis. Questa legge contiene disposizioni urgenti a tutela degli utenti nei settori delle attività economiche e finanziarie e degli investimenti strategici.
Una delle principali misure contenute in questa legge è l'istituzione di un credito d'imposta per le imprese operanti nel settore della microelettronica. In particolare, l'articolo 5, commi 1-6, prevede un incentivo sotto forma di credito d'imposta per le imprese residenti in Italia, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, che investono in progetti di ricerca e sviluppo relativi al settore dei semiconduttori.
Il credito d'imposta è calcolato in base ai costi ammissibili elencati nell'articolo 25, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 651/2014, con l'esclusione dei costi relativi agli immobili. Questi costi ammissibili devono essere sostenuti dalla data di entrata in vigore del decreto fino al 31 dicembre 2027.
È importante notare che il credito d'imposta può essere utilizzato solo per compensazione e a partire dal periodo d'imposta successivo a quello in cui sono sostenuti i costi. Inoltre, il suo utilizzo è soggetto al rilascio di una certificazione da parte del soggetto incaricato della revisione legale dei conti, che attesti l'effettivo sostenimento dei costi e la loro corrispondenza alla documentazione contabile dell'impresa beneficiaria.
Nel caso di imprese non soggette per legge alla revisione legale dei conti, la certificazione può essere rilasciata da un revisore legale dei conti o da una società di revisione iscritti nella sezione A del registro, come previsto dal decreto legislativo del 27 gennaio 2010, numero 39.
Infine, un decreto del Ministero dell'Innovazione e delle Tecnologie (MIMIT), in collaborazione con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, definirà i criteri e le procedure per l'assegnazione del credito d'imposta e per garantire il rispetto dei limiti di spesa stabiliti.
In termini di costi ammissibili al credito di imposta per la microelettronica, questi includono spese di personale, costi relativi a strumentazione e attrezzature, costi per la ricerca contrattuale, conoscenze e brevetti acquisiti da fonti esterne alle normali condizioni di mercato, oltre a spese generali supplementari e altri costi direttamente associati al progetto di ricerca e sviluppo. Gli immobili sono esclusi dai costi ammissibili.
Al fine di beneficiare dei crediti di imposta, nel caso in cui l’impresa non fosse soggetta alla revisione legale dei conti, quest'ultima
dovrà comunque procedere alla certificazione dei costi che concorrono alla maturazione del credito a cura di un Revisore legale.
Il costo per ottenere la certificazione del credito di imposta tramite un nostro Revisore legale convenzionato è riportato nella seguente tabella:
Relativamente alle tariffe applicate per la Revione legale, queste variano in funzione della complessita dell'incarico determinato dagli adempimenti
che dovranno essere svolti dal revisore, pertanto procederemo ad un preventivo previa disamina delle concrete esigenze della Società committente.
Visto di conformità per recupero credito IVA e bonus edilizi per cessione del credito e sconto in fattura.
Contratti di locazione a canone concordato a Roma con cedolare secca 10%: vidimazione e registrazione.
Tutti gli adempimenti relativi alla dichiarazione di successione e invio in Agenzia delle Entrate.
Gestione completa del rapporto di lavoro domestico: assunzione, cedolini, TFR e cessazione.
Offriamo la possibilità di conoscere quando potrai andare in pensione e con quale importo.
Cessione delle quote societarie di SRL senza notaio ad un costo particolarmente vantaggioso.
Servizio di contabilità semplificata per regime forfettario a costi ridotti. Predisposizione e invio dichiarazione.
Registrazione e disdetta telematica in Agenzia delle Entrate del contratto di locazione.
Per ottenere un contratto a canone concordato bisogna rivolgersi ad una associazione di proprietari o inquilini firmataria degli Accordi del Comune di riferimento, così da ottenere sia il calcolo del canone a cui affittare l'immobile, sia l'attestazione (asseverazione) per ottenere tutti i benefici fiscali connessi.
La registrazione di un contratto a canone concordato non prevede nessun costo per l'imposta di registro e l'imposta di bollo, in quanto rientra tra le agevolazioni per chi opta di stipulare un contratto di locazione a cedolare secca. E' possibile optare per la cedolare secca sia alla registrazione del contratto sia negli anni successivi, in caso di affitti pluriennali. Quando l’opzione non viene esercitata all’inizio, la registrazione segue le regole ordinarie, è importante, pertanto, selezionare l'opzione giusta in fase di registrazione.
Il calcolo del canone concordato prende in considerazione diversi fattori che incidono direttamente sulla determinazione del canone.
Innanzitutto bisogna inividuare la zona di appartenenza dell'immobile che corrisponderà ad un importo specifico per ogni metro quadro con oscillazione tra
minimo e massimo; la scelta all'interno della fascia minima e massima dipenderà dalle caratteristiche dell'immobile in base a quanto stabilito dall'Accordo Territoriale di riferimento, come ad esempio, se dotato di porta
blindata, doppi servizi, riscaldamento autonomo ecc. Una volta stabilito l'importo da applicare all'interno della relativa fascia di prezzo, andrà moltiplicato
per i metri quadrati della superficie calpestabile dell'immobile, anch'essa calcolata secondo le indicazioni dell'Accordo Territoriale.
Solo ove le singole parti contraenti concordassero una durata contrattuale superiore a tre anni, le fasce di oscillazione dei canoni di cui all'Allegato 1 potranno subire,
nei valori minimi e massimi, un aumento del 7% per i contratti di durata di 4 anni, dell'8% per i contratti di durata di 5 anni e del 9% per una durata di 6 o più anni, a valere
per l’intera durata contrattuale.
Per gli alloggi completamente arredati l’ammontare del canone effettivo potrà subire un aumento fino al 15%. E’ facoltà delle parti allegare al contratto l’inventario degli arredi.
Per gli alloggi situati al piano seminterrato e per quelli oltre il terzo piano senza ascensore, il valore sarà diminuito di una percentuale pari al 10%. Per gli alloggi al piano attico il canone sarà incrementato del 10%.
Per alloggi con classe energetica D, E ed F, il canone sarà incrementato del 5%, per classe energetica A, B e C sarà incrementato del 10%.
In presenza di interventi documentati Eco Bonus il valore sarà incrementato del 5%.
In presenza di interventi documentati Sisma Bonus il valore sarà incrementato del 10%.
Come da Accordo Territoriale di Roma, al fine della determinazione del canone, la superficie convenzionale, espressa in metri quadrati, è così calcolata:
a) l’intera superficie calpestabile dell’unità immobiliare;
b) non oltre il 50% della superficie delle autorimesse ad uso esclusivo (box); non oltre 1’80% in zona “PREGIO”;
c) non oltre il 20% della superficie del posto macchina o autorimesse di uso comune; non oltre il 50% in zona “PREGIO”;
d) non oltre il 25% della superficie di balconi, terrazze, cantine ed altri accessori simili;
e) non oltre il 15% della superficie scoperta di pertinenza dell’immobile in godimento esclusivo del conduttore, comunque non superiore alla superficie calpestabile dell’unità immobiliare;
f) non oltre il 10% della superficie condominiale a verde corrispondente alla quota millesimale della unità immobiliare;
g) non oltre il 70% della superficie dei vani con altezza inferiore a m. 1,70;
h) per gli alloggi con superficie interna fino a 46 mq. la superficie potrà essere aumentata del 30% fino ad un massimo di 52,90 mq.;
i) per gli alloggi con superficie interna superiore a 46 mq. e fino a 70 mq. la superficie potrà essere aumentata del 15% fino ad un massimo di 70 mq.;
1) per gli alloggi con superficie interna pari o superiore a 120 mq. la superficie potrà essere ridotta sino ad un massimo del 15%;
m) la superficie convenzionale avrà una tolleranza per eccesso o per difetto sino ad un massimo del 5%.
Nel caso di locazione di porzioni di immobile, il canone dell’intero appartamento determinato come abbiamo detto,
sarà frazionato in proporzione alla superficie di ciascuna porzione locata, anche considerando parti e servizi condivisi.
I metri quadri relativi alle parti e servizi condivisi verranno, pertanto, imputati in proporzione alla superficie di ciascuna
porzione locata.
In questa pagina, nella relativa sezione, potrete trovare un esempio pratico di calcolo di una stanza come mostrato in precedenza.
Tendenzialmente la risposta è si, e anche parecchio, ma non sempre è così, infatti potrebbero esserci alcune eccezioni.
Iniziamo a vedere le agevolazioni fiscali previste per chi applica il canone concordato, tra cui, in primis, la cedolare secca al 10%
ovvero una tassazione del 10% sul canone anzichè l'aliquota IRPEF di appartenenza al locatore, inoltre non vi sono costi di registrazione ed
ulteriori sgravi su base locale da verificare per ogni comune.
Va però considerato che il reddito da locazione a cedolare secca viene calcolato al 100% nel reddito complessivo ai fini del calcolo
legato al possesso dei requisiti reddituali e fiscali anzichè il 95% come nel caso di canone libero.
Senza addentrarci in calcoli piuttosto complessi possiamo concludere che nella maggior parte dei casi la scelta della cedolare secca al 10%
prevista per i contratti a canone concordato risulta molto conveniente, ma, per accertarsi dell'effettivo risparmio fiscale, sarebbe indicato
rivolgersi ad un professionista.
La possibilità di stipulare un accordo territoriale per l'applicazione del canone concordato è prevista per tutti i comuni, ma ma non tutti hanno provveduto a farlo, inoltre solo i comuni con alta densità abitativa potranno usufruire delle agevolazioni fiscali della cedolare secca al 10%
Come abbiamo visto il locatore nell'applicare un contratto a canone concordato può beneficiare di importanti agevolazioni fiscali, del pari anche il conduttore otterrà come beneficio un canone tendenzialmente piu basso rispetto al valore di mercato, un contratto di locazione il cui contenuto è già stabilito, e, soprattutto, il mancato adeguamento ISTAT del canone di locazione in quanto vietato per questa tipologia di contratti.
No, il testo del contratto di locazione a canone concordato viene stabilito all'interno dell'Accordo Territoriale e non può essere
modificato a piacimento, infatti, chi deve rilasciare l'asseverazione ha il compito anche di verificare il rispetto dei requisiti normativi
imposti dalla legge.
Il contratto di locazione a canone concordato potrà essere oggetto solo di aggiunte nella parte relativa a "altre clausole"
dove le parti possono liberamente concordare ulteriori pattuizioni purchè non siano contrarie alla legge e non modifichino quanto
disciplinato dalla legge n. 431 del 1998 ed all'Accordo definito in sede locale.
Non è vietato se il contratto ed il canone rispettano gli accordi territoriali, ma l'asseverazione rilasciata dall'associazione di categoria sarà successiva alla decorrenza del contratto, pertanto, l'Agenzia delle Entrate potrebbe richiamare a tassazione il periodo pregresso. La procedura regolare è quella di avere già l'asseverazione del contratto e del canone al momento della registrazione.
Il canone di locazione non è libero, pertanto non può essere diverso dal minimo e massimo risultante dal calcolo rilasciato dall'associazione di categoria. Un canone piu alto comporterebbe la perdita dei benefici fiscale e conversione del contratto in ordinario; mentre un canone piu basso, seppur nulla potrà eccepire l'inquilino, potrà essere contestato dall'Agenzia delle Entrate e richiamare a tassazione le somme risultanti tra quanto indicato in contratto e quanto risulta dal calcolo.
Il calcolo del canone concordato e relativo rilascio dell'asseverazione attestante il rispetto dei requisiti di legge è consentito esclusivamente alle associazioni di proprietari ed inquilini che risultino firmatarie dell'accordo territoriale del comune interessato.